Attenzione al condizionatore: i rischi per la salute se non sanifichi i filtri

L’estate è quel periodo che aspettiamo tutto l’anno per divertirci al mare o rilassarci in montagna con lunghe passeggiate; tuttavia, nei giorni in cui ancora incombono gli impegni lavorativi, vivere la bella stagione in città può essere davvero un’impresa ardua.

Tra i vari palliativi verso la canicola estiva ci sono sicuramente gli impianti di condizionamento che possono rendere vivibili, almeno dal punto di vista della temperatura, gli spazi in cui dobbiamo vivere o lavorare.
Ma l’aria condizionata può o non può influenzare anche la nostra salute?
Se lo chiedono spesso in molti e oggi proveremo a fare luce su questo interrogativo.

Aria condizionata: quali sono i rischi legati alla presenza di filtri non puliti?

Nessuno può mettere in discussione il beneficio enorme che l’aria condizionata può apportare alle nostre vite: oltre a mantenere una temperatura piacevole nelle stanze in cui passiamo le giornate mentre fuori imperversa l’inferno, permette anche di filtrare l’aria in entrata che in estate spesso può essere contaminata da particelle microscopiche provenienti dai molti incendi che durante la bella stagione affliggono spesso i nostri boschi.

La componente principale di un condizionatore a cui rivolgere una corretta manutenzione, affinché questo possa continuare a essere uno strumento benefico per la salute, è sicuramente il filtro dell’aria.

Qualora il filtro dell’aria di un condizionatore risultasse sporco, una lunga esposizione potrebbe portare al manifestarsi di allergie, asma e cute secca: questo è principalmente dovuto alla presenza di molecole allergeniche intrappolate nella polvere che una volta entrate nel nostro apparato respiratorio possono innescare reazioni di ipersensibilità e generare un quadro infiammatorio.

Oltre all’accumulo di polvere, le condizioni di temperatura e umidità all’interno dei filtri possono portare alla crescita di popolazioni di muffe e funghi, che una volta colonizzato il filtro rilasceranno nell’aria grandi quantità di spore, anch’esse importanti fattori allergenici.
Secondo questo studio le specie dominanti all’interno di vari segmenti di un condizionatore sono: Alternaria betae-kenyensis, Cladosporium delicatulum, Aspergillus sydowii, Verticillium dahliae.

Le persone che soffrono di asma sono le più esposte a sviluppare un quadro clinico patologico dall’esposizione a spore di muffe e funghi.

Condizionatore: il rischio di contrarre la legionellosi

L’impianto di condizionamento dell’aria può essere rilevante anche per la diffusione di patogeni per via aerea.
Questa dinamica riguarda soprattutto grandi spazi comuni come centri commerciali o ospedali nei quali l’impianto dell’aria condizionata centralizzato può fare da catalizzatore per la diffusione di ceppi patogeni. L’esempio caratteristico di questo fenomeno è la legionellosi, ossia una malattia infettiva che colpisce l’apparato respiratorio causata dalla Legionella pneumophila, un genere di batteri gram-negativi aerobi.

La legionellosi può evolversi in due forme:

  • la febbre di Pontiac, caratterizzata da una forma simil-influenzale
  • la malattia dei legionari, caratterizzata invece da polmonite e febbre alta, disturbi gastro-intestinali e renali.

Nei luoghi sopracitati, ma anche in grandi strutture ricettive come alberghi o residence, è molto importante seguire una pulizia periodica dei filtri degli impianti di condizionamento, anche più volte al mese, al fine di salvaguardare la salute degli utenti.

Sbalzi termici e aria secca: fanno male alla salute?

Da aggiungere alla diffusione di molecole allergeniche ambientali o di origine microbica ci sono anche fattori legati strettamente al cambiamento dei parametri ambientali, come sbalzi termici e del tasso di umidità.

La diminuzione dell’umidità dovuto all’uso dell’aria condizionata può determinare un essiccamento degli strati più superficiali della cute o acutizzare condizioni patologiche che sono già caratterizzate da secchezza cutanea come eczema o xerosi.

L’aria più secca del condizionatore può causare irritazione delle mucose di naso e gola, portando a raffreddore, mal di gola, laringite con fastidiosa tosse secca. Anche i rapidi cambiamenti di temperatura possono avere effetti negativi sull’apparato respiratorio, specialmente in chi soffre di malattie polmonari già conclamate.

Come afferma questo studio, l’esposizione a sbalzi termici maggiori di 5° C possono causare peggioramenti in pazienti che soffrono di asma.

Soprattutto il getto diretto di aria fredda può causare contratture e irrigidimento dei muscoli di collo e schiena, causando dolore, torcicollo, capogiri, mal di testa anche intenso che può arrivare a scatenare episodi di nausea e vomito.

Quali sono i consigli per un uso corretto dell’aria condizionata?

I consigli utili per mantenere sano il vostro impianto di condizionamento sono:

  • Cambiare o sanificare il filtro dell’aria (con lavaggio e trattamento con appositi detergenti e igienizzanti antibatterici) ogni tre mesi seguendo le raccomandazioni dell’azienda costruttrice o almeno a inizio della stagione estiva, prima dell’accensione
  • Usare filtri HEPA per eliminare le particelle dannose presenti nell’aria
  • Mantenere una temperatura tale che la differenza tra l’ambiente esterno e quello interno non sia maggiore di 7° C
  • Mantenere un’umidità compresa tra il 40% e il 50%
  • Evitare di porsi sotto il getto diretto dell’aria, ricorrendo all’uso di deflettori quando il condizionatore sia posizionato proprio di fronte alla scrivania o al letto
  • Mantenere coperti collo e gola con una sciarpa di cotone o seta in presenza di aria condizionata, qualora si sia soggetti al manifestarsi di cervicalgia e mal di gola quando esposti ad aria condizionata
  • Bere acqua spesso e a piccoli sorsi, per rimanere idratati e mantenere umida la mucosa della gola, evitando l’insorgere di tosse secca.

Fonti

https://www.paginemediche.it/benessere/casa-e-ambiente/aria-condizionata-e-rischio-legionellosi

https://www.verywellhealth.com/can-an-air-conditioning-make-you-sick-7547618#citation-7

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7501501/

https://ctajournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s13601-018-0208-9

 

 

 

Condividi su: