Vaccino anti-COVID CureVac: la società abbandona il progetto

La società tedesca CureVac ha annunciato di non voler proseguire nella sperimentazione di un proprio vaccino contro la COVID-19. La notizia è stata diramata mediante un comunicato ufficiale e anche l’EMA ha confermato il ritiro della domanda di approvazione per il vaccino a mRNA dell’azienda.

Per quali motivi CureVac ha preso questa decisione? Cosa era emerso dagli studi sul suo vaccino? Ripercorriamo brevemente le principali tappe della sperimentazione di CureVac e quali caratteristiche avrebbe dovuto avere il suo vaccino.

Vaccino CureVac: caratteristiche e problematiche inerenti l’efficacia

CVnCoV era il nome del vaccino al quale stava lavorando la società tedesca. Come premesso nel paragrafo introduttivo, sarebbe dovuto essere un vaccino a mRNA di produzione europea, le cui caratteristiche erano simili a quelle dei vaccini Comirnaty (Pfizer-BioNTech) e SpikeVax (Moderna). Infatti per realizzare questo vaccino si era partiti da un segmento di mRNA del coronavirus SARS-CoV-2 necessario per la produzione della proteina Spike. Grazie a questa proteina il coronavirus penetra nelle cellule umane, luogo in cui avviene poi la replicazione. A seguito della vaccinazione, l’organismo del vaccinato avrebbe dovuto produrre anticorpi contro il coronavirus e attivare linfociti T necessari per prevenire l’infezione futura.

Lo scorso giugno, i dati preliminari forniti dalla società evidenziarono le forti criticità di questo vaccino. Infatti nel corso di uno studio eseguito su larga scala si osservò che l’efficacia del vaccino CVnCoV nel prevenire l’infezione da coronavirus non superava il 47%. Ricordiamo che per poter essere messo in commercio in qualità di vaccino anti-COVID, un preparato deve mostrare un’efficacia pari o superiore al 50%.

Questi risultati non avevano tuttavia fermato la sperimentazione, considerando che l’EMA manteneva aperta la revisione continua iniziata a febbraio 2021 nei confronti del vaccino. Si ricorda che mediante questo revisione l’EMA può valutare un farmaco considerato promettendo quando è in corso un’emergenza come una pandemia.

Per quale motivo il vaccino CureVac non verrà prodotto?

Il dietrofront dell’azienda è arrivato in un momento delicato. Infatti verso gli inizi del 2022 era previsto l’avvio della fase avanzata della sperimentazione, con la possibilità di approvazione da parte dell’EMA entro i primi tre mesi dell’anno. I vertici della società hanno dichiarato che il ritiro della domanda per l’autorizzazione del vaccino è giunto a seguito di attente considerazioni, sebbene non si siano forniti dettagli aggiuntivi.

Tra la stampa sono girate diverse ipotesi riguardanti i reali motivi di questa battuta d’arresto. La maggior parte gli osservatori ritiene che CureVac abbia deciso di non proseguire vista la diffusione egemonica dei vaccini a mRNA di Pfizer-BioNTech e Moderna, in Europa come nel resto del mondo. Ovviamente il ritiro della domanda di autorizzazione per l’immissione in commercio rende di fatto nulli gli accordi presi in anticipo con l’EMA per la fornitura di dosi di vaccino.

CureVac si accorda con GSK per un vaccino di seconda generazione

CureVac ha però aggiunto di essere intenzionata a unirsi a un progetto già avviato dalla casa farmaceutica britannica GSK avente in oggetto la realizzazione di un vaccino di seconda generazione. Con questo nome si intendono i vaccini contro il coronavirus che sono stati aggiornati in base alle nuove varianti comparse tra la fine del 2020 e i primi mesi del 2021.

Il nome avanzato per il nuovo vaccino di CureVac-GSK sarebbe CV2CoV, ma potrebbe anche cambiare nel prossimo futuro. Sulla base di dati emersi da uno studio preclinico, sembrerebbe che questo nuovo vaccino sia più efficace di CVnCoV. Si tratta ovviamente di studi che necessitano ancora di una revisione definitiva.

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