Stéphane Tarnier: chi era l’inventore della prima incubatrice neonatale

Oggi ricorre il 124° anniversario della morte di Stéphane Tarnier, il medico francese che verso la fine del XIX secolo condusse numerosi studi di neonatologia che lo portarono a inventare il primo prototipo d’incubatrice neonatale destinata a neonati prematuri o sottopeso.

Vediamo più nel dettaglio gli eventi più significativi della vita del dottor Tarnier e le caratteristiche della sua prima incubatrice.

La vita di Stéphane Tarnier

Stéphane Tarnier: chi era l'inventore della prima incubatrice neonatale?
Stéphane Tarnier in una foto del 1880 circa

Stéphane Tarnier nacque ad Aiserey(Borgogna) il 29 aprile 1828 e iniziò gli studi in ambito medico nel 1847 presso il Liceo Medico di Digione. L’anno seguente lasciò la sua regione nativa per recarsi a Parigi, città in cui nel 1860 conseguì il diploma di laurea in chirurgia neonatale. Durante gli anni ’60 del XIX secolo Tarnier si dedicò all’insegnamento dell’ostetricia mentre portava avanti alcuni studi sulla sepsi puerperale, un’infezione disseminata post-partum che all’epoca era responsabile di un gran numero di decessi tra le partorienti e ancora oggi è una delle prime cinque cause di morte nel post-partum.

Tra il 1870 e il 1880 Tarnier condusse ulteriori ricerche sull’asfissia neonatale e i trattamenti per migliorare la salute dei bambini prematuri, fino ad arrivare alla progettazione del forcipe che porta il suo nome (1877) e della prima incubatrice neonatale della storia (1880). Stéphane Tarnier si spense nella capitale francese il 23 novembre 1897 all’età di 69 anni, dopo aver ricoperto per quasi un decennio il ruolo di professore di clinica del parto all’Università di Parigi.

Come funzionava la prima incubatrice neonatale?

Si racconta che Tarnier concepì l’idea dell’incubatrice neonatale dopo aver visto un macchinario simile in uno zoo parigino attorno al 1878. Il primo prototipo poteva ospitare più di un neonato e sfruttava il medesimo meccanismo del termosifone: mediante una lampada ad alcool si riscaldava l’acqua contenuta in una caldaia esterna, la quale veniva successivamente fatta circolare dentro l’apparato grazie a un serbatoio. Il calore sprigionato dall’acqua calda manteneva al caldo i neonati posti al suo interno.

Nel 1880 fu ultimato il primo macchinario e si decise d’impiegarlo per la prima volta nell’ospedale parigino “La Maternité“. Cronache dell’epoca riferiscono che grazie all’incubatrice il personale sanitario fu in grado di ridurre del 50% i decessi tra i neonati prematuri. Alcuni anni più tardi Tarnier apportò alcune modifiche alla sua invenzione assieme al collega Alfred Auvard e il risultato fu una nuova macchina che permetteva al neonato di scaldarsi all’interno di un ambiente chiuso, dato che il primo prototipo era aperto verso l’esterno. In entrambi i modelli i neonati potevano anche essere alimentati con del latte animale, soprattutto vaccino e di asina.

Il successo postumo dell’incubatrice di Tarnier

Sebbene l’invenzione di Tarnier fosse stata vista di buon occhio dai contemporanei, il suo utilizzo rimase per molto tempo confinato all’interno del suolo francese. La diffusione a livello mondiale del macchinario si deve al medico polacco Martin Couney (il cui vero nome era Michael Cohen), il quale nel 1901 mise in mostra all’interno di un padiglione dell’Esposizione Universale di Buffalo (USA) alcune incubatrici con all’interno dei neonati prematuri.

Successivamente il medico fu invitato a esporre in maniera permanente le incubatrici in un luna park di New York, guadagnandosi l’attenzione delle autorità scientifiche statunitensi. Da quel momento le incubatrici neonatali si diffusero capillarmente nelle principali economie del pianeta e furono proposte anche numerose varianti.

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