La variante Omicron sembra resistere più al lungo sulle superfici

Uno studio giapponese disponibile in preprint sul portale bioRxiv sembra confermare la maggiore resistenza della variante Omicron del SARS-CoV-2 sulle superfici. Le capacità di adattamento dell’ultima variante del coronavirus classificata come VOC (dall’inglese “variants of concern“, ovvero “varianti di preoccupazione“) sarebbe superiore a quella di qualsiasi altra variante, fattore che può aumentare le probabilità di contagio.

Analizziamo i dati emersi nel corso dello studio preprint giapponese su Omicron e le varianti Alfa, Beta, Gamma e Delta.

Resistenza della variante Omicron: com’è stato condotto lo studio?

Lo studio è stato portato avanti in Giappone da un team di ricercatori della Kyoto Prefectural University of Medicine, e nel corso delle rilevazioni sono state prese in esame – assieme al virus originario- le seguenti varianti VOC:

  • Alfa (lignaggio B.1.1.7, hCoV- 19/Japan/QK002/2020);
  • Beta (lignaggio B.1.351, hCoV-19/Japan/TY8-612/2021);
  • Gamma (lignaggio P.1, hCoV-19/Japan/TY7- 501/2021);
  • Delta (lignaggio B.1.617.2, hCoV-19/Japan/TY11-927/2021);
  • Omicron (lignaggio Pango: B.1.1.529, hCoV-19/Japan/TY38 -873/2021);

La sopravvivenza delle varianti è stata valutata su due tipologie di superfici:

  • Piastra di polistirene (superficie plastica);
  • Modello di pelle umana artificiale (cute umana);

La sopravvivenza del patogeno è stata stimato come la porzione di tempo all’interno della quale il coronavirus risultava rilevabile (fonte).

Al fine valutare la resistenza del virus al disinfettante, sia è provveduto a eseguire la sanificazione per mezzo di disinfettanti a base di etanolo, in concentrazioni comprese tra il 20% e l’80%.

Quanto può sopravvivere la variante Omicron sulle superfici?

Sulla base dei dati forniti dallo studio giapponese, la variante Omicron del SARS-CoV-2 presenterebbe la seguente resistenza sulla superficie plastica e la cute umana (fonte):

  • Superficie plastica: 193,5 ore (intervallo di confidenza 95%, 153,1–236,2 ore);
  • Cute umana: 21,1 ore (intervallo di confidenza 95%, 15,8–27,6 ore);

Da un paragone con il SARS-CoV-2 originale (apparso a Wuhan nel dicembre 2019), emerge che la resistenza della variante Omicron sulle superfici è maggiore di quasi quattro volte quella del virus originale, mentre per quanto riguarda la resistenza sulla cute umana, Omicron resiste in media poco più del doppio. I dati riportati fanno riferimento al SARS-CoV-2 isolato nei laboratori cinesi:

  • Superficie plastica: 56 ore (intervallo di confidenza 95%, 39,0–76,7 ore);
  • Cute umana: 8,6 ore (intervallo di confidenza 95%, 6,5–10,9 ore);

I ricercatori giapponesi hanno dichiarato che l’inattivazione del coronavirus originale mediante l’utilizzo di disinfettante contenente una concentrazione di etanolo pari al 32,5% ha richiesto 15 secondi. Per inattivare la variante Omicron nel medesimo lasso di tempo, è stato impiegato un disinfettante contenente una concentrazione di etanolo pari al 40%.

Si ricorda che i dati ivi riportati sono ancora in attesa di revisione, di conseguenza non si esclude possano emergere nuove evidenze scientifiche in grado di confermare o smentire tali risultati.

La resistenza delle altre varianti VOC

I ricercatori giapponesi hanno osservato che sulla superficie plastica le varianti Alfa, Beta, Gamma e Delta mostravano la seguente resistenza (fonte):

  • Alfa: 191,3 ore (intervallo di confidenza 95%, 152,5–232,1 ore);
  • Beta: 156,6 ore (intervallo di confidenza 95%, 122,7–192,9 ore);
  • Gamma: 59,3 ore (intervallo di confidenza 95%, 43,9–77,7 ore);
  • Delta: 114 ore (intervallo di confidenza, 95%, 91,3–139,1 ore);

Sulla pelle umana, la resistenza delle varianti COVID-19 e del coronavirus originario è invece la seguente:

  • Alfa: 19,6 ore (intervallo di confidenza 95%, 14,8–25,3 ore);
  • Beta: 19,1 ore (intervallo di confidenza 95%, 13,9–25,3 ore);
  • Gamma: 11 ore (intervallo di confidenza 95%, 8,1–14,7 ore);
  • Delta: 16,8 ore (intervallo di confidenza, 95%, 13,1–21,1 ore);

Si può notare che la resistenza della variante Delta è inferiore rispetto a quella delle varianti Alfa e Beta, sia sulla superficie plastica che sulla pelle umana. Ovviamente trattandosi di uno studio preprint si è davanti a risultati ancora da confermare.

Per quanto riguarda l’efficacia dei disinfettanti a base di etanolo, si è osservato che l’inattivazione elle varianti Alfa, Beta, Gamma e Delta è avvenuta in 15 secondi con una concentrazione di etanolo pari al 35%.

Trattandosi di un preprint, si dovrà attendere la revisione da parte della comunità scientifica e la pubblicazione per la conferma dei dati.

Condividi su: