Puntura di zecca: come riconoscerla, rimedi e malattie causate

Responsabili di numerose malattie di tipo virale e batterico, le zecche sono spesso erroneamente ritenute degli insetti, ma in realtà appartengono alla classe degli aracnidi, esattamente come gli scorpioni o i ragni. Le zecche sono piccolissime, spesso delle dimensioni di un granello di pepe. Gli esemplari maschi di questo parassita ematofago presentano un colore che va dal rosso al marrone scuro, mentre le femmine tendono al grigio. A seconda della tipologia possono inoltre essere dure o molli in base alla presenza o meno di una protezione dorsale. Il capo della zecca è sostanzialmente composto dalla bocca che punge e succhia il sangue dall’ospite colonizzato. In base alle zone predilette da ogni sotto tipologia, le zecche potranno colpire preferibilmente lepri, piccoli roditori, cani, gatti, rettili, mammiferi di vario genere e, proprio per la bassa specificità della specie ospite, la puntura di zecca potrebbe interessare anche l’uomo se dovesse presentarsene l’occasione.

In Italia la zecca predilige zone umide e con erba alta ma, al sud e nelle isole, altre specie si sono ottimamente adattate al clima secco e caldo. Il problema principale della puntura di zecca è che, trattandosi di un morso col quale viene dapprima rilasciato un lieve anestetico, il soggetto colpito può non rendersi conto di essere stato attaccato. Cerchiamo quindi di capire come riconoscere una puntura di questo animale, come intervenire, i rischi per la salute per chi viene morso e quali rimedi utilizzare.

Come riconoscere la puntura di zecca e cosa fare

puntura di zecca

La sede colpita dalla puntura di zecca tende ad arrossarsi in forma concentrica via via sempre più larga formando un alone sulla pelle. In molti casi non ci si rende nell’immediato di essere stati punti da una zecca ma questo non deve farci abbassare la guardia, soprattutto se è in programma una gita fuori porta, in montagna o nei boschi con erba particolarmente alta.

Se si viene morsi da una zecca, la prima cosa da fare è rimuovere il parassita, possibilmente aiutandosi con una pinzetta sottile. Si consiglia di indossare i guanti e non toccare la zecca a mani nude.

Nella rimozione dell’animale dalla pelle andrà compiuto un leggero movimento rotatorio e bisognerà evitare l’uso sulla pelle di sostanze oleose o irritanti che potrebbero provocare un rigurgito della zecca stessa e rendere ancora più difficoltoso allontanarla dalla cute. No quindi a bagni della zecca in alcol, acetone, ammoniaca o trielina nel tentativo di farle allentare la presa. Se una porzione dovesse rimanere nella pelle, sarà necessario procedere con un ago sterile al fine di liberare velocemente la zona da ogni parte della zecca.

A questo punto la pelle andrà disinfettata con alcol o acqua ossigenata, evitando la tintura di iodio. L’alone rossastro formatosi andrà tenuto sotto controllo ma è sconsigliato assumere antibiotici in via preventiva. Il medico li prescriverà solo se l’alone tenderà ad espandersi o se dovessero comparire sintomi quali febbre e dolori.

Se non ci si sente sicuri, contattare immediatamente il medico per la rimozione. La probabilità di andare incontro a infezioni per una puntura di zecca aumenta all’aumentare del tempo in cui la zecca rimane attaccata alla pelle.

Informare il medico del luogo in cui si è venuti a contatto con la zecca e valutare con lui se necessaria profilassi antitetanica.

Rischi del morso di zecca: la malattia di Lyme

Negli ultimi anni sempre più persone hanno iniziato ad associare la puntura di zecca alla temutissima malattia di Lyme o borreliosi, veicolata dal batterio Borrelia burgdorferi. Si tratta di una patologia batterica causata dagli agenti patogeni trasmessi all’uomo dalla zecca se in precedenza questa ha colpito volpi, lepri e roditori selvatici che spesso ne sono portatori. In una fase iniziale, la malattia di Lyme ha come sintomo unico l’eritema cutaneo rosso e non pruriginoso, esattamente in corrispondenza della zona di puntura. L’eritema migrante caratteristico della malattia di Lyme può allargarsi in maniera concentrica e apparire con zona più pallida al centro o con un centro più rosso circondato da un anello più chiaro.

Eritema malattia di Lyme

Gli altri sintomi, facilmente confondibili con una banale influenza, arrivano solo dopo qualche settimana e spesso questo rende ancora più difficoltosa la diagnosi e la conseguente cura antibiotica. Tra i sintomi ritardati troviamo:

  • Spossatezza;
  • Dolori muscolari;
  • Febbre;
  • Brividi;
  • Ingrossamento dei linfonodi;
  • Dolori articolari;
  • Mal di testa.

Riuscire a capire in tempi ragionevolmente brevi che si tratta della malattia di Lyme e non di una normale influenza stagionale è fondamentale per scongiurare una degenerazione della sintomatologia che può arrivare a disturbi neurologici anche severi e finanche alla morte della persona colpita.

Tra i personaggi famosi colpiti dalla malattia di Lyme, ricordiamo:

  • i cantanti Avril Lavigne e Justin Bieber,
  • gli attori Ben Stiller, Richard Gere e Alec Baldwin,
  • l’ex presidente George W. Bush,
  • la modella Bella Hadid,
  • la presentatrice Victoria Cabello.

Altre malattie causate dalla puntura di zecca

Nonostante si tratti della più conosciuta, la malattia di Lyme non è tuttavia l’unica patologia che una puntura di zecca può trasmettere all’uomo. Tra quelle più severe troviamo, ad esempio, la meningoencefalite da zecche di tipo virale (anche conosciuta con l’acronimo inglese TBE) che causa sintomi simili a quelli della malattia di Lyme anche nella tempistica di esordio. Anche in questo caso, se non diagnosticata per tempo, la meningoencefalite può causare serissimi problemi neurologici e avere esito fatale.

In alcune zone d’Italia nelle quali le zecche responsabili di questa patologia sono estremamente diffuse, è disponibile un apposito vaccino per la popolazione.

Nelle zone più calde e secche del Mediterraneo, invece, la malattia più comune associata alla puntura di zecca è senza dubbio la febbre bottonosa o tifo da zecca africana, così definita perché sulla pelle dell’ospite umano attaccato dalla zecca viene a formarsi una lesione cutanea circolare a forma di bottone con dentro una parte nera con alone rosso. In questo caso, i sintomi della malattia trasmessa dalla zecca infetta arrivano leggermente prima rispetto alla malattia di Lyme e alla TBE viste sopra. Nell’arco di 5-7 giorni, infatti, la persona colpita manifesta solitamente febbre alta, sintomi influenzali, stanchezza e cefalea. Fortunatamente questa malattia ha un esito benigno nella stragrande maggioranza dei casi, a condizione, però, che venga diagnosticata velocemente e si attivi immediatamente il corretto protocollo di cura, di solito a base di antibiotici specifici.

Nel gruppo delle patologie più importanti trasmesse dalle zecche infette troviamo anche la Ehrlichiosi e l’anaplasmosi, causate da batteri simili alle rickettsie, che hanno esordio e sintomatologia simili alla malattia di Lyme e alla TBE ma in questo caso il quadro è complicato da piastrinopenia, diminuzione severa dei globuli bianchi, perdita di peso e aumento delle transaminasi. Si tratta di patologie batteriche con caratteristiche cliniche simili, solitamente curate con tetracicline, una specifica categoria antibiotica. Hanno normalmente un esito favorevole ma l’età avanzata del soggetto colpito ed eventuali patologie croniche pregresse potrebbero determinare un esito infausto.

Nonostante queste siano le malattie più comunemente veicolate dalle zecche, in particolar modo qui in Italia, non si tratta delle uniche patologie che questi aracnidi potrebbero causare nella malaugurata ipotesi colpissero l’uomo. Altre malattie correlate alla puntura di zecca sono infatti la cosiddetta febbre Q, la febbre emorragica Crimea-Congo, la babesiosi (che spesso provoca grave anemia e ittero), reazioni allergiche di vario tipo e una severa paralisi estesa a tutta il corpo che tuttavia pare regredire non appena si riesce ad asportare completamente il parassita.

Come difendersi e prevenire la puntura di zecca

Oltre al vaccino, che abbiamo visto essere disponibile solo contro la TBE e in determinate regioni, esistono diversi accorgimenti che è possibile prendere per ridurre al minimo la possibilità di essere attaccati.

Una di queste è di coprire tutte le parti del corpo in caso di passeggiata in zone potenzialmente abitate dalle zecche: indossare stivali o pantaloni lunghi e il cappello per proteggere anche il capo. Preferibile scegliere abiti chiari, inoltre, che possano rapidamente rendere evidente la presenza della zecca scura.

Nel caso di escursioni, evitare di attraversare zone con erba alta o strusciare  le caviglie nude sull’erba al bordo dei sentieri. Per migliorare la barriera contro questo parassita, è possibile utilizzare su tutto il corpo un repellente per insetti come quelli per le zanzare, a condizione che sia a base di DEET (N-dietiltoluamide), Icaridina o permetrina, due sostanze che effettivamente tengono lontane anche le zecche. Una volta terminata la gita e tornati a casa, sarà bene ispezionare ogni parte del corpo, facendo attenzione a zone nascoste come il retro delle ginocchia, i fianchi, la schiena e il collo. La zecca, seppur piccola, viene facilmente percepita al tocco come un’escrescenza.

Scuotere gli indumenti prima del rientro a casa e lavarli subito. Controllare anche eventuali amici a quattro zampe portati con sé.

Per chi ha animali domestici, il consiglio è quello di proteggerli con i prodotti pensati appositamente per loro come i collari, le polveri o le soluzioni spot-on e di far visitare l’animale, magari facendo delle analisi del sangue, se esaminandolo si dovessero notare una o più zecche sul suo corpo.

Fonte: Istituto Superiore Sanità

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