Meningite: cause, sintomi, chi rischia di più e quando può diventare fulminante

Dopo il recente caso di cronaca del ragazzo di soli ventidue anni stroncato da una meningite fulminante, la malattia è drammaticamente tornata alla ribalta e a destare preoccupazione. In provincia di Treviso sono stati isolati i contatti più stretti e gli amici del ragazzo che sono stati sottoposti al protocollo a chemioprofilassi previsto per i contatti dei casi di meningite da meningococco di tipo B.

La segnalazione di una meningite da meningococco infatti comporta l’attivazione di specifiche misure sanitarie e di igiene pubblica, tra cui l’inchiesta epidemiologica per l’individuazione dei contatti da sottoporre a sorveglianza sanitaria.

Ma cosa provoca la meningite fulminante? E come si diffonde la malattia? Cerchiamo di approfondire la questione chiarendo alcuni dubbi dal punto di vista medico.

Meningite: cos’è

La meningite è un’infiammazione che interessa le membrane che rivestono il cervello e i tessuti del midollo spinale, definite in termine medico “meningi”. Le tre membrane – pia madre, aracnoide e dura madre – hanno la funzione di tutelare il sistema nervoso centrale da possibili infezioni.

Quando un agente patogeno aggredisce il cervello, la dura madre diventa più permeabile per favorire un maggiore afflusso di globuli bianchi, deputati alla cura. Questo procedimento tuttavia provoca l’infiammazione delle membrane e la possibile formazione di un edema. Le conseguenze sono l’aumento della pressione intracranica e cattiva ossigenazione che possono provocare danni cerebrali.

Meningite: cause e quando è fulminante

La meningite può essere causata da:

  • virus
  • batteri
  • funghi o miceti
  • farmaci o neoplasie.

Alcuni casi (virali) migliorano senza trattamento in poche settimane, altri possono essere pericolosi per la vita e richiedono un trattamento antibiotico o una chemioprofilassi di emergenza.

La meningite virale (detta meningite asettica) è la forma più comune, generalmente poco grave, con un decorso simile a quello di una normale influenza e guarigione nell’arco di 7-10 giorni. Tra i virus che possono causare meningite il virus dell’influenza, l’herpesvirus e l’enterovirus.

Le meningiti batteriche sono invece più rare e molto pericolose, fino ad essere letali. Nel caso della meningite fulminante di origine batterica, la malattia si sviluppa in modo rapidissimo, tanto da portare alla morte già 24-48 ore dalla comparsa dei sintomi. Spesso i sintomi iniziali della meningite fulminante si presentano in forma lieve o comunque meno grave, ma sono destinati a peggiorare e aggravarsi nell’arco di poche ore. Tra i batteri che causano meningite nell’uomo troviamo:

  • Neisseria meningitidis (meningococco), con sierogruppo A, B, C, Y, W135 e X. In Italia sono più frequenti i sierogruppi del meningococco di tipo C e del meningococco di tipo B.
  • Streptococcus pneumoniae (pneumococco)
  • Haemophilus influenzae

Le infezioni da miceti o funghi sopraggiungono invece in soggetti con immunodepressione, che posso andare incontro a conseguenze gravi data la loro situazione.

In rari casi la meningite può avere cause non infettive ed essere provocata da alcuni farmaci o tumori del cervello.

Quali sono i primi sintomi della meningite?

I primi sintomi aspecifici della meningite possono essere:

  • sonnolenza,
  • cefalea,
  • inappetenza

Dopo 2-3 giorni la sintomatologia peggiora con il presentarsi di:

  • nausea e vomito,
  • febbre alta,
  • pallore,
  • fotosensibilità

Un segno tipico della meningite è la rigidità della nuca, ossia l’incapacità di flettere la testa in avanti e toccare il petto con il mento. Anche l’estensione della gamba è impedita.

La rigidità nucale può essere assente in neonati e anziani, così come la febbre può non presentarsi in soggetti immunodepressi.

Nei neonati allertarsi nei casi di forte irritabilità, pianto continuo, inappetenza e sonnolenza. A volte può notarsi un rigonfiamento delle fontanelle, gli spazi non ancora saldati del cranio.

Il periodo di incubazione cambia in base alla causa e può variare dai 3 ai 4 giorni, ma può prolungarsi sino ai 10 giorni.

Per la diagnosi e l’identificazione del patogeno è necessaria l’analisi di un campione di liquido cerebrospinale raccolto tramite puntura lombare (rachicentesi).

Meningite: come si contrae e trasmette?

La malattia si trasmette per via respiratoria, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni nasali. Dunque, sottolineano gli esperti, per contrarre la malattia non è sufficiente trovarsi nello stesso luogo del paziente o del portatore sano, ma occorre essere stati a contatto stretto e prolungato con la persona interessata, aver parlato a distanza ravvicinata o aver condiviso comunque lo spazio strettamente circostante.

La propagazione dell’agente patogeno infatti generalmente non supera il raggio di due metri dalla fonte e non sopravvive per più di qualche minuto fuori dall’organismo.

L’essere esposti a uno di questi patogeni tuttavia non comporta necessariamente lo sviluppo della malattia. Per alcuni agenti patogeni (come meningococco, Ndr) è frequente lo stato di portatore sano, cioè di individuo sano asintomatico, nella cui faringe risiedono questi batteri, senza alcuna sintomatologia o alcun rischio di sviluppare la malattia. Si stima che circa il 10% della popolazione, il 25% dei giovani adulti sia portatore sano (fonte).

I soggetti più a rischio di meningite e in che periodo dell’anno

La meningite può colpire individui di ogni fascia d’età, ma è stata osservata una maggiore incidenza di malattia nei bambini di età inferiore a 5 anni e nei ragazzi tra i 15 e 25 anni. Sono particolarmente a rischio anche gli anziani.

Si tratta di una malattia infettiva che può diffondersi specialmente tra persone che stanno a stretto contatto in ambienti chiusi, per cui è più facile il contagio tra familiari.

Esiste un fattore di rischio legato alla stagione: sebbene ci siano casi tutto l’anno, se ne registrano di più nel periodo compreso tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.

Considerando le modalità di trasmissione, sono più a rischio i soggetti che frequentano luoghi affollati.

Il fumo attivo e passivo sono associati a un aumento dell’incidenza della malattia.

Trattamento e profilassi

Per la prevenzione della meningite batterica la vaccinazione è certamente lo strumento più efficace.

Il vaccino contro il batterio Haemophilus tipo B è incluso in Italia nel vaccino esavalente, obbligatorio per neonati e bambini in età pediatrica.

Il sito ufficiale del Ministero della Salute riporta che esistono tre tipi di vaccino anti-meningococco:

  • il vaccino coniugato contro il meningococco di sierogruppo C (MenC): è il più frequentemente utilizzato e protegge solo dal sierogruppo C
  • il vaccino coniugato tetravalente: protegge dai sierogruppi A, C, W e Y
  • il vaccino contro il meningococco di sierogruppo B: protegge esclusivamente contro questo sierogruppo.

È disponibile un vaccino anche contro il pneumococco. I vaccini contro pneumococco e meningococco B e C non rientrano tra i vaccini obbligatori, ma sono raccomandati e offerti gratuitamente dal SSN. Il vaccino contro meningococco B prevede 3 dosi durante il primo anno di vita (età più a rischio per questo sierogruppo). Il vaccino contro meningococco C viene offerto in unica dose all’anno di vita. È previsto un richiamo o prima vaccinazione con il vaccino tetravalente per gli adolescenti.

Al di fuori delle fasce d’età fragili, bambini e anziani, la vaccinazione negli adulti non è raccomandata ad eccezione che per

  •  persone a rischio per particolari patologie  (diabete, malattie croniche gravi, malattie ematiche, immunodeficienze).
  • chi debba recarsi in alcune zone del mondo in cui il batterio del meningococco è comune, come ad esempio alcune aree dell’Africa.

La durata della protezione dipende dal tipo di vaccino e dall’età in cui esso viene somministrato.

Come prevenire la meningite

Oltre al vaccino, vi è una serie di buone azioni quotidiane che possono aiutare a prevenire la meningite.

Tra queste buone regole non scritte di prevenzione ricordiamo:

  • Lavarsi spesso le mani, in modo vigoroso e accurato
  • Coprirsi naso e bocca quando si starnutisce
  • Praticare una corretta igiene
  • Evitare di condividere oggetti per via orale (bicchieri o cannucce, sigarette, balsami labbra, spazzolini da denti)

Nelle donne in stato di gravidanza rischio di meningite viene anche dal batterio Listeria monocytogenes, perciò viene loro consigliato di consumare solo carne ben cotta ed evitare formaggi fatti con latte non pastorizzato.

Una dieta equilibrata e un esercizio fisico quotidiano possono contribuire a rafforzare le difese del nostro organismo e il sistema immunitario contro il rischio di infezione batterica.

Fonti: https://www.salute.gov.it/portale/p5_1_2.jsp?id=104&lingua=italiano

https://www.aulss8.veneto.it/allegati/776-Documento1.pdf

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