Sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini: cos’è, sintomi e legami con COVID-19

Negli ultimi tempi le autorità sanitarie hanno lanciato l’allarme riguardo una condizione che si presenta in alcuni pazienti COVID-19 in età pediatrica: la sindrome infiammatoria multisistemica, conosciuta anche con il nome di sindrome iper-infiammatoria multisistemica pediatrica o MIS-C (acronimo di “Multisystem Inflammatory Syndrome in Children”).

I primi casi di MIS-C sono stati osservati nei primi mesi del 2020, periodo in cui l’infezione da SARS-CoV-2 iniziò a espandersi fuori dai confini cinesi. Vediamo quali sono le caratteristiche di questa sindrome, la sintomatologia principale e come trattarla.

Sindrome infiammatoria multisistemica: cause e sintomi

La MIS-C è una condizione nella quale diversi organi del corpo – quali cuore, polmoni, mucosa intestinale, pelle, reni, occhi, vasi sanguigni e cervello – sono interessati da una forte infiammazione. La MIS-C è stata riscontrata in bambini che erano risultati positivi al SARS-CoV-2 o che erano stati vicini a qualcuno con COVID-19 (fonte). Generalmente l’infiammazione è curabile con terapie ospedaliere quali la somministrazione ad alto dosaggio di corticosteroidi. Nei casi più gravi è stato necessario l’utilizzo dell’Anakinra, un farmaco utilizzato nel trattamento dell’artrite reumatoide e recentemente autorizzato anche nel trattamento della COVID-19.

La MIS-C è una malattia potenzialmente mortale, ragione per la quale è necessario iniziare il prima possibile la terapia medica. La sintomatologia può variare in base all’organo colpito e può comprendere:

  • Febbre alta;
  • Vomito;
  • Diarrea;
  • Eruzioni cutanee;
  • Occhi arrossati;
  • Sensazione di stanchezza insolita;
  • Tachicardia;
  • Respiro rapido e affanno;
  • Arrossamento o gonfiore di lingua e/o labbra;
  • Rossore o gonfiore di mani e/o piedi;
  • Mal di testa;
  • Vertigini e senso di stordimento;
  • Linfonodi ingrossati;

Se un bambino presenta alcuni di questi sintomi ed è positivo al tampone o è stato a stretto contatto con un soggetto risultato positivo al tampone, si consiglia di monitorare con estrema attenzione l’evoluzione della sintomatologia e comunicarla al medico. Gli esperti consigliano di recarsi in ospedale se il minore con sospetta MIS-C:

  • Fatica a rimanere sveglio e cosciente;
  • Accusa fortissimi dolori al basso ventre;
  • È preda di allucinazioni;
  • Presenta pelle e labbra pallide;
  • Manifesta difficoltà respiratorie severe;

L’età media dei minori colpiti da MIS-C è di 8 anni, con un intervallo compreso tra 3 e 12 anni, sebbene sia stata osservata anche in neonati (casi estremamente rari).

Aspetti della MIS-C ancora oggetto di studi

Per il momento alcuni aspetti della sindrome infiammatoria multisistemica non sono ancora chiari, come ad esempio il ruolo che determinate patologie che già interessano il minore possono avere nello sviluppo della MIS-C. Negli Stati Uniti si sono osservati casi di minori positivi al SARS-CoV-2 che hanno sviluppato la MIS-C, mentre altri soggetti appartenenti al medesimo nucleo famigliare non hanno manifestato alcuna sintomatologia coerente con il disturbo. Non si è ancora in grado di dare una spiegazione a questo fenomeno.

Anche le esatte dinamiche con le quali il coronavirus può causare il malessere generale che caratterizza la sindrome sono ancora ignote, come del resto i motivi per i quali anche alcuni adulti precedentemente infettati con il patogeno hanno sviluppato la MIS-C. Si precisa tuttavia che i casi tra la popolazione over 12 sono stati molto rari.

Negli USA la sindrome infiammatoria multisistemica ha colpito con maggiore incidenza minori non bianchi, ma non si è ancora scoperto se vi sia o meno una correlazione tra la malattia e l’appartenenza etnica del minore.

Come prevenire la Sindrome infiammatoria multisistemica

Il solo modo per prevenire la comparsa della MIS-C è proteggere i propri figli dall’infezione da SARS-CoV-2, di conseguenza si raccomanda il rispetto delle principali misure di contrasto al coronavirus:

  • Uso della mascherina in luoghi al chiuso;
  • Evitare assembramenti e/o luoghi nei quali non è possibile mantenere il distanziamento;
  • Lavare spesso le mani e utilizzare il gel disinfettante;
  • Evitare il contatto con persone che manifestano sintomi di COVID-19;

La vaccinazione contro la COVID-19 fornisce un’ottima protezione contro l’agente patogeno. A tal proposito si segnala che in questi giorni è arrivato il parere favorevole dell’AIFA e dell’EMA riguardo la somministrazione del vaccino anti-COVID Comirnaty (Pfizer-BioNTech) per i minori di età compresa tra i 5 e gli 11 anni. In una nota l’agenzia europea per i medicinali ha precisato che la dose di vaccino raccomandata per i minori di 12 anni è pari a 10 µg, quantitativo che ha mostrato un’efficacia prossima al 91% nel prevenire lo sviluppo della malattia in forma grave.

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