Terza dose di vaccino COVID-19: è necessaria? Il parere di OMS, EMA e CDC

Negli ultimi mesi alcune nazioni hanno disposto la somministrazione di una terza dose di vaccino anti-COVID.

Uno dei primi a optare per una dose di richiamo è stato Israele, paese mediorientale preso spesso come esempio grazie all’efficienza della propria campagna vaccinale, a seguito della quale era stato possibile raggiungere in poche tempo un’ottima copertura vaccinale. Tuttavia la diffusione della variante Delta e la risalita dei contagi e dei ricoveri (talvolta anche di persone che avevano ricevuto entrambe le dosi di vaccino) hanno spinto il governo israeliano a disporre un nuovo ciclo di vaccinazioni.

Qual è il parere dell’EMA (Agenzia europea per i medicinali) riguardo la terza dose di vaccino? E cosa ne pensa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)? Qual è invece l’indicazione del CDC (Centers for Disease control and Prevention) su eventuale richiamo? Vediamo chi consiglia e no la somministrazione di una terza dose di vaccino o richiamo e a quali categorie di persone.

OMS: terza dose non necessaria

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è stata la prima a esprimersi durante il mese di agosto sull’eventuale necessità di una terza dose. Nel corso di una conferenza stampa Soumya Swaminathan, chief scientist dell’Oms, ha dichiarato che «Al momento i dati non indicano il bisogno di una terza dose», sottolineando invece la priorità di aumentare le coperture nei Paesi che ancora non hanno avuto accesso ai vaccini, come i paesi africani in cui la percentuale di vaccinati ad agosto era inferiore al 5%. Secondo la scienziata, una terza dose in una fase in cui buona parte del mondo non è ancora immunizzata potrebbe addirittura essere controproducente, innescando lo sviluppo di varianti di Coronavirus.

Qual è il parere dell’EMA sulla terza dose di vaccino?

Sulla somministrazione della terza dose di vaccino l’EMA (Agenzia europea per i medicinali) ha espresso il proprio parere in un ultimo comunicato del 2 settembre 2021. Stando a quanto si apprende, per il momento la somministrazione di dosi di vaccino anti-COVID aggiuntive alla seconda non ha carattere d’urgenza.

Ovviamente il parere dell’Agenzia europea per i medicinali non riguarda i soggetti considerati fragili per ragioni di età, patologie croniche o situazioni di immunodepressione. Per questa tipologia di individui la somministrazione della terza dose per prevenire il contagio da SARS-CoV-2 è invece raccomandata, in quanto soggetti a rischio e con risposta immunitaria attivata dal vaccino ridotta. L’EMA è inoltre tornata a chiedere ai paesi UE di intensificare gli sforzi nei confronti della campagna vaccinale, dato che circa il 33% degli adulti comunitari non ha ancora ricevuto il vaccino o ne ha ricevuto un dosaggio insufficiente per garantire la protezione completa. L’EMA ha poi nuovamente precisato che i vaccini autorizzati in UE sono ancora efficaci nel prevenire i contagi da coronavirus e lo sviluppo di forme gravi di COVID-19.

In ultimo si è rinnovato l’invito a rispettare le misure anti-COVID come il distanziamento sociale, l’uso della mascherina e l’igienizzazione dei luoghi ad alto rischio al fine di limitare i casi di contagio da coronavirus. Ovviamente l’EMA continuerà a monitorare i dati riguardanti l’efficacia dei vaccini nei confronti della COVID-19 (fonte).

Chi ha bisogno di una dose aggiuntiva o un richiamo di vaccino COVID-19 secondo il CDC

Il CDC ha spiegato come ci sia differenza tra:

  • una dose di richiamo (booster), prevista per chi ha ottenuto una protezione sufficiente dopo la vaccinazione, ma che è diminuita nel tempo (immunità calante), continuando a proteggere contro forme gravi, ma esponendo la popolazione a forme lievi della malattia.
  • una terza dose di vaccino, prevista per chi ha sviluppato una bassa reazione immunitaria con il vaccino a causa dell’immunodepressione.

Nel primo caso, il Dipartimento della salute e dei servizi umani (HHS) degli Stati Uniti ha annunciato un piano, che si attuerebbe a partire dal 20 settembre, per la somministrazione di una dose di richiamo utile affinché le persone vaccinate mantengano nei prossimi mesi la protezione non solo per le formi gravi della malattia ma anche per le formi lievi. Il richiamo verrebbe somministrato a partire da 8 mesi dalla seconda dose, ma è ancora attesa l’autorizzazione della Food and Drug Administration statunitense, che sta conducendo una valutazione indipendente per determinare la sicurezza e l’efficacia di una dose di richiamo dei vaccini mRNA, a cui seguirà l’eventuale ok da parte del Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione (ACIP) del CDC.

Per quando riguarda la terza dose vera e propria, i CDC (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie) raccomandano solo per le persone immunodepresse in modo moderato o grave una dose aggiuntiva di vaccino COVID-19 ad almeno 28 giorni dalla seconda dose. Questa raccomandazione nasce dopo studi che hanno mostrato come le persone immunodepresse sviluppino una risposta immunitaria e una copertura all’infezione da Coronavirus limitata rispetto alle persone immunocompetenti.

L’indicazione di somministrazione della terza dose sarebbe quindi per:

  • i malati di tumore in corso di terapia con un trattamento antitumorale
  • i pazienti sottoposti a trapianto di organi che stiano assumendo medicinali per sopprimere il sistema immunitario
  • i pazienti che abbiano ricevuto un trapianto di cellule staminali negli ultimi 2 anni o che stiano assumendo medicinali per sopprimere il sistema immunitario
  • i pazienti affetti da immunodeficienza primaria moderata o grave (come la sindrome di DiGeorge, la sindrome di Wiskott-Aldrich) o da infezione da HIV avanzata o non trattata
  • i pazienti che abbiano in corso una terapia con corticosteroidi ad alte dosi o altri farmaci che possono sopprimere la risposta immunitaria

Secondo il CDC, le persone negli USA nelle succitate condizioni dovrebbero parlare con il loro medico delle loro condizioni mediche e valutare con lui se procedere con una dose aggiuntiva.

Terza dose vaccino COVID-19: in quali paesi UE si sta già somministrando?

In molti paesi dell’Unione Europea i governi hanno già disposto la somministrazione della terza dose. L’Ungheria è però al momento l’unico paese in cui si è già iniziato a somministrare una dose aggiuntiva del preparato anti-COVID. In questo paese chiunque abbia ricevuto la seconda dose da almeno 4 mesi può recarsi presso un centro vaccinale per ricevere la terza dose. Il vaccino utilizzato per il richiamo varia a seconda di quello utilizzato per le prime due dosi:

  • Chi ha ricevuto due dosi di vaccino a mRNA (Comirnaty o SpikeVax) sarà vaccinato con un vaccino a vettore virale (Vaxzevria o Sputnik V) o con uno a virus inattivato (BBIBP-CorV);
  • Chi ha ricevuto due dosi di vaccino a vettore virale Vaxzevria o Sputnik V sarà vaccinato con un vaccino a mRNA (Comirnaty o SpikeVax) o con uno a virus inattivato (BBIBP-CorV);

Per il momento il governo ungherese non sembra aver preso una decisione nei confronti dei vaccinati con il monodose Janssen, i quali per ora rimangono esonerati dal richiamo.

I paesi UE che inizieranno a breve le somministrazioni della terza dose

In Francia la somministrazione della terza dose inizierà questo mese, anche se la data non è ancora certa. Si è stabilito che i vaccinati con il preparato di Johnson&Johnson potranno ricevere una seconda dose di vaccino a mRNA, a patto che siano trascorse almeno 4 settimane dalla prima dose. Per gli altri è prevista una terza dose di vaccino a mRNA. La terza dose sarà prevista solamente per i soggetti con almeno 65 anni di età o con immunodepressione che abbiamo ricevuto la seconda dose da almeno 6 mesi.

Anche in Germania le somministrazioni inizieranno da settembre e riguarderanno prima i pazienti con patologie o con età superiore ai 65 anni. Per il richiamo si utilizzeranno solamente i vaccini a mRNA, che potranno essere somministrati anche ai soggetti vaccinati con il monodose di Johnson&Johnson. Solamente nel Land della Baviera sono già aperte le prenotazioni.

Altri paesi UE che pensano di iniziare la somministrazione della terza dose nel mese di settembre sono Grecia Repubblica Ceca, mentre l’Austria e la Svezia pensando di dare il via nel mese di ottobre. In Italia e nei restanti 19 paesi UE si sta ancora discutendo riguardo la terza somministrazione.

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