Milza Ingrossata o Splenomegalia: Cause, Sintomi e Cura

Come si esegue la diagnosi?

La diagnosi è una questione piuttosto complessa perché se da un lato risulta piuttosto semplice per un medico sentire la milza durante la palpazione, giungere alla causa che ha portato la milza ad ingrossarsi richiede un’approfondita valutazione generale della persona ed un approfondimento diagnostico molto accurato e dettagliato.

Il quadro clinico può essere complesso, pertanto si raccomanda di rivolgersi al proprio medico curante e di farsi indirizzare verso visite specialistiche.

Come si svolge quindi la visita?

Come primo elemento, il medico specialista sente la milza in fase di palpazione dell’addome e spesso al paziente viene chiesto di mettersi in posizione supina e di respirare profondamente per facilitare le manovre e sentire meglio l’organo.

In fase di palpazione, il medico osserva anche la presenza di manifestazioni sulla cute e sulle mucose. Spesso quando si ha splenomegalia si ha anche un ingrossamento dei linfonodi, pertanto il medico va ad ispezionare se anche questi hanno aumentato il loro volume.

Una volta constatato l’ingrossamento della milza si procede con un’attenta anamnesi che va andare ad indagare su tutti quegli aspetti interessanti al fine di una diagnosi corretta. Si valuta quindi se il paziente soffre di una qualche forma di anemia, o se ci sono casi in famiglia, se ha sofferto di patologie a carico del fegato, come l’ittero o l’epatite A.

Si indaga se il paziente ha avuto episodi di febbre e se la risposta è positiva si va ad approfondire su cause infettive, mentre se il paziente lamenta una perdita consistente di peso (calo ponderale), dolori ossei e una costante sensazione di stanchezza si va ad approfondire su possibili cause tumorali.

Quali sono le analisi e gli esami più approfonditi da fare?

Una volta che il medico ha effettuato l’anamnesi e raccolto tutte le informazioni utili, indirizza il paziente verso una diagnosi precisa procedendo con esami clinici più specifici, con l’obiettivo di cercare conferma di quanto sospettato.

L’esame più comune è un semplice prelievo del sangue, che una volta analizzato fornirà indicazioni più complete sia sullo stato di salute generale del paziente che sulla presenza di fattori caratteristici di una malattia. L’emocromo è utile per verificare se il soggetto ha delle malattie del sangue (ematologiche), e se le cellule del sangue hanno delle alterazioni tali da portare alla loro distruzione in massa (processo detto emocateresi).

Nel sangue inoltre si vanno a cercare tracce che indicano se il paziente mostra segni di infezione, di malattie autoimmuni o di processi tumorali in corso.

Quali approfondimenti diagnostici si consiglia di fare? 

Se il medico ha sentito alla palpazione anche i linfonodi ingrossati è facile che si orienti verso esami ecografici, TAC ed eventuale biopsia (prelievo di un campione). Per indagare ulteriormente sullo stato della milza risultano utili la Risonanza Magnetica e la TAC, ed anche in questo caso la biopsia, che spesso comporta la rimozione stessa della milza (splenectomia).

Nella pagina successiva analizziamo le principali terapie che si adottano in caso di milza ingrossata e rimozione della stessa. 

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