Zinco: perché fa bene e in che alimenti si trova

Lo Zinco (Zn) è un elemento chimico appartenente al gruppo dei metalli. Usato fin dall’antichità per realizzare manufatti, questo metallo può dar vita a numerose leghe, la più importante delle quali resta l’Ottone(realizzata anche con il Rame nella sua forme binarie e terziaria).

Per l’organismo umano lo zinco rappresenta un elemento traccia, ovvero un microelemento presente in traccia nell’organismo e necessario nell’ordine di pochi milligrammi al giorno, eppure necessario in quanto concorre a formare alcuni importanti enzimi e proteine. Andiamo a vedere per quali ragioni si dovrebbe assumere lo Zinco e in quale quantità consigliata, in quali alimenti è presente, i sintomi legati alla carenza e quali sono le eventuali controindicazioni legate alla sua assunzione in eccesso con gli integratori.

Zinco: quali funzioni biologiche regola?

Al pari del rame, anche lo zinco riveste una grande importanza per il metabolismo animale e vegetale. Basti pensare che questo metallo è presente in ogni organo del corpo umano, oltreché nei muscoli, nei globuli bianchi e nei globuli rossi. Lo Zinco, presente in un individuo adulto nella quantità di circa 2 grammi, è il secondo microelemento più presente nel corpo umano dopo il Ferro.

Lo Zinco svolge un ruolo importantissimo nelle attività di natura:

  • Catalizzatrice: lo Zinco concorre alla formazione di 300 enzimi e oltre 1.000 fattori di trascrizione, tra i quali si contano anche diversi ormoni (della tiroide, della crescita e ormoni sessuali);
  • Strutturale: questo metallo è infatti presente in numerose proteine strutturali e nello strato fosfolipidico nella membrana delle cellule;
  • Modulatrice: lo Zinco riveste un ruolo molto importante anche nella regolazione dei processi cellulari, incluso il processo di morte della cellula. Inoltre lo Zinco gioca un ruolo importante nel metabolismo degli acidi nucleici RNA e DNA;

Zinco: quali sono i benefici per l’organismo?

Essendo lo Zinco coinvolto in numerosi processi metabolici, la sua regolare assunzione può portare miglioramenti su numerosi aspetti.

In primo luogo, una corretta assunzione di Zinco può aiutare a combattere (o alleviare) i sintomi di malattie e disturbi della pelle come per esempio:

Inoltre questo metallo è presente in numerosi prodotti cosmetici per le rughe e la protezione solare, essendo l’Ossido di Zinco (ZnO) molto efficace nel prevenire i danni dei raggi UV e l’invecchiamento della pelle. Il metallo è anche un buon antiossidante che agisce contro i radicali liberi.

Essendo poi coinvolto nella sintesi degli acidi nucleici RNA e DNA, lo Zinco finisce per avere un ruolo centrale anche dal punto di vista immunitario. Infatti numerose ricerche hanno evidenziato come gli individui che assumono dosi giornaliere indicate di questo metallo tendono ad avere le difese immunitarie più alte rispetto a chi presenta una carenza di Zinco. Inoltre il metallo agisce in maniera positiva anche sulla capacità cicatriziale dell’organismo.

Lo Zinco concorre anche nella produzione di alcuni ormoni molto importanti, come per esempio l’insulina (ne aumenta la secrezione, riducendo la glicemia), la somatomedina (IGF-1, insuline-like growth factor) (è stato dimostrato che una carenza di zinco ne riduce la produzione), e nel funzionamento degli ormoni tiroidei e sessuali.

In ultimo, lo zinco concorre alla formazione di alcuni enzimi molto importanti per l’assimilazione delle proteine (come per esempio l’enzima carbossipeptidasi) e la corretta funzione polmonare (enzima anidrasi carbonica).

Gli alimenti ricchi di zinco

Sebbene presente anche in moltissimi vegetali, lo Zinco maggiormente assimilabile per l’organismo si trova negli alimenti di origine animale. Infatti quando contenuto nei vegetali, questo metallo tende a legarsi all’acido fitico (C6H18O24P6), che rappresenta il principale deposito di Fosforo nei vegetali. Il legame con questo composto rende difficile l’assimilazione dello Zinco da parte dell’organismo. Oltretutto la normale assimilazione di questo metallo è già inferiore se paragonata a quella di altri metalli. Il corpo umano infatti non riesce di norma ad assimilare più del 30% dello Zinco contenuto negli alimenti.

Per quanto riguarda gli alimenti di origine animale, il metallo è presente soprattutto nei seguenti cibi:

  • Carni rosse;
  • Frattaglie (specialmente nel Fegato);
  • Pesce;
  • Ostriche;
  • Uova;
  • Latte e derivati;

Tra gli alimenti di origine vegetale si annoverano invece:

Vista la poca assimilabilità dello Zinco contenuto nei vegetali, negli ultimi decenni si sono fatti molta strada gli integratori di Zinco, utilizzati prevalentemente da chi segue un regime alimentare vegetariano o vegano. La carne rappresenta infatti la migliore fonte di zinco, grazie all’elevata biodisponibilità del microelemento contenuta in questo alimento. La dose giornaliera raccomandata di questo metallo è pari a 15 mg, mentre per le donne in stato di gravidanza o allattamento se ne raccomanda l’assunzione giornaliera di almeno 19 mg.

Carenza di Zinco: sintomi e complicazioni

Essendo lo Zinco assimilabile per via alimentare in una percentuale non superiore al 30%, soffrire di carenza da questo metallo non è un fenomeno così raro, in particolare per coloro che seguono una dieta vegetariana o vegana. Una carenza da Zinco può esser ricondotta anche alle seguenti malattie croniche:

  • Anemia falciforme;
  • Epatite cronica;
  • Diabete;
  • Acrodermatite enteropatica;
  • Insufficienza renale;

Solitamente i bambini (almeno nei paesi del Primo Mondo) non sono molto colpiti da carenze di questo metallo, che è invece una condizione che colpisce più gli adulti e gli anziani. Tra i principali sintomi di carenza da Zinco troviamo:

  • Diarrea;
  • Riduzione della crescita;
  • Disfunzione erettile (negli uomini);
  • Secchezza vaginale (nelle donne);
  • Ritardi nella maturazione sessuale;
  • caduta dei capelli;
  • disturbi al senso di gusto e olfatto;
  • lenta cicatrizzazione;
  • inappetenza;

Nelle donne in stato di gravidanza il perdurare di carenze di zinco può portare a basso peso alla nascita o addirittura a malformazioni e/o difetti del tubo neurale del feto, in parte dovuto al fatto che gli enzimi implicati nell’assorbimento dei folati sono zinco-dipendenti. Proteine Zinc-finger sono inoltre coinvolte nella regolazione epigenetica nello sviluppo del neuroectoderma.

Gli individui che non assumono livelli adeguati di zinco possono andare incontro a un graduale abbassamento delle difese immunitarie. Nei paesi in via di sviluppo le carenze di zinco concorrono spesso al decesso dei soggetti più giovani. Il più delle volte gli integratori di tale metallo non si rivelano efficaci al 100% nel garantire un buon apporto di Zinco, dato che questo metallo ha bisogno di interagire con altri nutrienti spesso assenti in determinati contesti.

Una carenza di zinco aumenta il rischio di carenza di vitamina A.

Attenzione all’eccesso di zinco

Se assunto in dosi eccessive, lo Zinco può rivelarsi dannoso per la salute. Il più delle volte le intossicazioni alimentari da Zinco sono riconducibili all’abuso di integratori. Per tali ragioni si sconsiglia di assumere con regolarità dosi superiori al 150 mg al giorno.

Tra i sintomi più diffusi dell’intossicazione da Zinco si annoverano:

  • Diarrea;
  • Sonnolenza;
  • Anemia;
  • Nausea e vomito;

Se il metallo è presente in dosi eccessive si può andare incontro all’alterazione del metabolismo del ferro e del rame. Esiste infatti un equilibrio tra zinco, rame e ferro, tale che l’eccesso di uno tende a inibire la biodisponibilità degli altri. Le metallotioneine espresse nella mucosa intestinale in risposta all’eccesso di zinco causano una riduzione della biodisponibilità di rame e ferro.  Ne seguono importanti scompensi a livello ematico che coinvolgono i globuli rossi e i globuli bianchi. L’abuso di zinco può quindi contribuire all’abbassamento delle difese immunitarie al pari della sua carenza.

Attenzione durante l’uso di creme a base di ossido di zinco ad evitare l’ingestione: uno studio ha dimostrato sui ratti lo sviluppo di effetti collaterali gravi e pancreatite acuta dopo ingestione di ossido di zinco.

Revisione scientifica a cura della Dott.ssa Rachele Landi, laureata in Biotecnologie

 

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